La fig. 6 fa seguito alla fig. 4. Le differenze sono le seguenti. Ora abbiamo un'astronave A, come al solito ferma, che lascia cadere una sonda consistente di due parti T e C connesse da un cavo inestensibile. Dapprima cade T, poi, quando il cavo e' teso, cade anche C. Le curve gialle sono le geodetiche di T e C, che iniziano risp. agli eventi P e Q. L'evento Q e' definito dal fatto che la distanza P'Q e' uguale alla lunghezza del cavo. La lunghezza e' misurata lungo una retta t=cost (arancio scuro nella figura) dove t (tempo di Schw.) definisce il rif. di quiete dell'astronave. Occorre notare che la distanza P'Q va calcolata con la coordinata r di Schw., ma usando appunto la metrica di Schw.: r non e' direttamente la distanza! Allo stesso modo, il fatto che la retta P'Q abbia t costante, non significa che nel rif. dell'astronave quei due eventi siano simultanei: la simultaneita' nel rif. dell'astronave e' impossibile, causa il redshft gravitazionale. A stretto rigore le curve T e C non possono essere geodetiche, perche' se cosi' fosse la distanza spaziale non si conserverebbe (ci sono le forze di marea, ovvero, in altre parole, nello spazio-tempo curvo le due geodetiche si allontanano). Questo pero' non altera l'aspetto qualitativo del fenomeno. L'importante e' che tra T e C e' comunque possibile lo scambio di segnali, anche dopo che le due parti della sonda hanno superato l'orizzonte.